PROTEGGERE I BAMBINI DALLE ALLERGIE

26.08.2013 00:00

L’instaurarsi delle allergie infantili non è inevitabile: un’alimentazione corretta fin dalla nascita, un’adeguata igiene personale, un abbigliamento adatto, un arredamento razionale della camera dei bambini e la profilassi generale permettono di salvaguardare la salute dei propri figli.

Oggigiorno i neonati vengono alla luce in un mondo che non è certo a misura di bambino e spesso cominciano a inalare sostanze tossiche fin dal primo respiro. Tuttavia, non c’è motivo di rassegnarsi.

La probabilità che un bambino ad alto rischio atopico contragga effettivamente una malattia allergica è tanto più bassa quanto più numerose sono le misure di prevenzione adottate.

Nei primi 3-5 anni di vita, l’incidenza delle allergie può essere ridotta di circa la metà se si osservano precise regole comportamentali, il cui effetto positivo talvolta perdura fino all’età adulta.

 

Prevenzione sin dalla gravidanza

Nel caso in cui la mamma stessa sia allergica o sospetti che il figlio possa essere a rischio allergia, è opportuno adottare alcune precauzioni sin dalla gravidanza.

  • Occorre scegliere un tipo di arredamento che consenta di venire a contatto con il minor numero possibile di sostanze allergizzanti durante questo periodo.
  • La rinuncia ad alcol e sigarette durante la gravidanza dovrebbe essere naturale, non solo in caso di nascituri con rischio atopico.
  • Non è necessario seguire una dieta particolare in gravidanza, tuttavia è consigliabile nutrirsi in modo equilibrato: frutta e verdura fresca coprono il fabbisogno di vitamine e minerali, che in questo periodo è più elevato.
  • L’assunzione di integratori alimentari di ferro, iodio o calcio può essere utile, ma esclusivamente sotto controllo medico.

 

Allattamento al seno per almeno 6 mesi: è la migliore protezione contro gli allergeni

La prevenzione delle allergie comincia con il latte materno, il quale contiene tutto ciò che serve al neonato. Il latte materno è la migliore protezione, ciò dipende dal fatto che, nei primi mesi di vita, il bambino non è in grado di produrre sufficienti quantità di Immunoglobulina A (IgA), un importante sostanza protettiva presente in tutte le mucose del corpo, che intercetta e neutralizza sia gli agenti patogeni sia le proteine estranee nella mucosa intestinale.

Nel latte materno c'è un’elevata percentuale di IgA, dunque un bambino nutrito esclusivamente con latte artificiale innanzitutto ha una carenza di tale immunoglobulina, inoltre assume proteine estranee che, soprattutto nei bambini con rischio atopico, possono favorire lo sviluppo di allergeni alimentari.

 

Alimentazione ipoallergenica per il neonato

Se a causa di una predisposizione familiare il bambino è esposto a un rischio atopico molto elevato, o se si sospettano i primi segni di un’allergia, può essere vantaggioso seguire una dieta speciale durante il periodo di allattamento.

  • Quando il latte materno non basta si consiglia l'uso di latti ipoallergenici.
  • Lo svezzamento è consigliabile dal 6° mese, non prima, procedendo con la massima gradualità, proponendo soltanto un cibo nuovo alla settimana. 
  • All'inizio soltanto alimenti cotti, anche la frutta inizialmente deve essere cotta. 
  • Alcuni alimenti, noti per la loro allergenicità, non dovrebbero essere introdotti troppo presto nella dieta del bambino.
  • Il latte vaccino per proporlo è oppurtuno attendere il dodicesimo mese di vita. Al momento di introdurre nella dieta il latte vaccino, è consigliabile cominciare con il burro, passando poi alla panna e ai prodotti a base di latte acido (ad esempio lo yogurt), prima di offrire al bambino latte fresco. Il latte deve essere pastorizzato.
  • Fino al tredicesimo mese di vita è bene evitare le uova: sono uno degli allergeni più potenti!
  • I cibi crudi e i prodotti integrali, alimenti estremamente sani per gli adulti, non lo sono affatto per i neonati con rischio atopico.
  • Se il bambino digerisce bene la frutta cotta, verso la fine del primo anno di vita si può provare a offrirgli anche mele e pere crude. E' preferibile scegliere prodotti da agricoltura biologica, per ridurre al minimo la presenza di presticidi e nitrati.
  • La banana fresca può essere offerta al bamino solo se ha tollerato bene tutti gli altri alimenti.

 

Cura della pelle

La tendenza ad avere la pelle secca e screpolata può essere un primo segno di dermatite atopica. E’ consigliabile prestare attenzione alle sostanze con cui il bambino viene a contatto.

  • Idratare la pelle delicata del neonato, soprattutto dopo il bagnetto, con una crema ipoallergenica.
  • Aggiungere all’acqua del bagno qualche goccia di un olio vegetale.
  • Leggere sempre gli ingredienti indicati sulle confezioni dei prodotti cosmetici e per l’igiene personale. Sono infatti sconsigliati prodotti contenenti profumi e conservanti, ma anche prodotti a base di sostanze vegetali, quali camomilla e calendula, in quanto il loro uso quotidiano potrebbe rendere il bambino allergico a tali piante. La camomilla, ad esempio, appartiene alla famiglia botaniche delle Composite, nota per la sua potenziale allergenicità.
  • Altrettanto critico è l’utilizzo di prodotti che contengono proteine del latte.

 

Abbigliamento

Prestare attenzione ai tessuti, evitare un certo indumento se, dopo averlo indossato, il bambino presenta arrossamenti o screpolature.

  • E’ bene essere molto prudenti con la lana in generale, in quanto irrita la pelle sensibile.
  • Gli indumenti in fibre sintetiche possono causare prurito, perché non assorbono il sudore e non lasciano evaporare l’umidità corporea.
  • Eliminare le etichette in quanto possono provocare arrossamenti cutanei e prurito nella zona del collo.
  • Evitare capi di abbigliamento dai colori sgargianti in quanto i coloranti possono essere allergenici.
  • Si consiglia di lavare due volte tutti gli indumenti nuovi prima di farli indossare al bambino, in quanto nel processo di lavorazione dei capi di abbigliamento vengono spesso utilizzante sostanze chimiche come la formaldeide.
  • Il cotone resta sempre il tessuto più adatto

 

Animali off-limits per i bambini allergici

Tutti gli animali piumati o "con pelliccia" possono provocare allergie. In caso di rischio atopico elevato è opportuno evitare che l’animale viva in casa. Coloro che posseggono già un animale domestico, devono almeno evitare il contatto fra il proprio figlio e l’animale, e soprattutto non permettere agli animali di entrare nella camera da letto o nei locali in cui il bambino gioca. Inoltre, la presenza di un animale nell’ambiente domestico favorisce la colonizzazione dell’abitazione da parte degli acari della polvere. L’allergenicità dei gatti può essere limitata ricorrendo a bagni settimanali (anche se quest’operazione non risulterà affatto piacevole né per l’animale né per il suo padrone).

 

Una casa a ridotta allergenicità

Affinché l’ambiente domestico risulti il più possibile a prova di bambino allergico, è necessario:

  • Rendere la vita difficile agli acari e alle muffe mantenendo le camere fresche e asciutte, lavando spesso giochi di peluche, evitando pavimenti di moquette, utilizzando aspirapolveri con microfiltri per le polveri sottili e arieggiando regolarmente i locali.
  • Evitare oggetti imbottiti con materiale di origine animale (lana, piume, crine di cavallo, ecc) controllando letti e cuscini, divani, mobili imbottiti, tappeti e coperte, ecc.
  • Tutti i materiali dovrebbero essere lavabili.

 

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