COME DIFENDERE I NOSTRI FIGLI DALL’INQUINAMENTO DENTRO LE AULE
23.09.2013 00:00ARIA PULITA A SCUOLA
Parliamo proprio dell’aria in senso fisico: quella che entra ed esce dai polmoni degli studenti mentre seguono le lezioni; quella che i nostri figli inspirano ed espirano per buona parte della giornata.
Quella cosa, insomma, che è indispensabile alla vita di ogni essere umano e della cui esistenza ci si accorge solo quando comincia a mancare, come ben sa chi soffre di crisi asmatiche. Indagare sulla qualità dell’aria che circola (o, per meglio dire, ristagna) negli edifici scolastici può sembrare un esercizio ozioso, con tutti i problemi che affliggono la scuola italiana. Invece la presenza di sostanze inquinanti all’interno di aule, palestre e laboratori didattici è collegata, in un modo o nell’altro, a problemi più generali come il degrado degli edifici, le funzioni dei dirigenti scolastici, il ruolo degli enti locali e, non ultimi, i tagli di bilancio e le politiche del ministero dell’Istruzione (nonché dell’Università e della Ricerca, in breve: Miur).
Ogni giorno, un esercito di alunni, insegnanti e personale scolastico, trascorre molte ore in spazi comuni che, in termini di densità abitativa, sono senz’altro più ristretti rispetto a un normale ufficio. Si tratta di ambienti affollati, in cui la scarsa ventilazione favorisce l’accumulo di un allarmante cocktail di sostanze inquinanti, in parte provenienti dall’esterno ma in parte rilasciate da numerose fonti interne che vanno dagli arredi alle vernici, dai materiali che rivestono pareti e pavimenti ai prodotti usati per le pulizie. Perfino i gessetti e i pennarelli concorrono a creare il perfido mix che appesantisce i polmoni. A queste insospettabili fonti di inquinamento chimico si sommano agenti fisici, come il radon o i campi elettromagnetici, e biologici, come gli acari della polvere, le muffe dovute all’umidità, i batteri e gli allergeni di varia natura. Compresi quelli degli animali domestici, che arrivano a scuola trasportati dai vestiti di alunni e insegnanti. Il risultato è che l’aria che si respira in classe è molto peggiore di quella esterna. Il che, vista la cappa di smog che grava irrimediabilmente sulle nostre città trafficate, è tutto dire.
Non c’è da stupirsi, quindi, se influenze, raffreddori e mal di gola si susseguono fin dall’inizio dell’anno scolastico. I più colpiti sono i bambini di elementari e materne, che hanno un sistema immunitario ancora immaturo, respirano più velocemente degli adulti e accumulano una concentrazione di inquinanti maggiore in rapporto alla minore massa corporea. Ecco spiegate le riniti, la tosse secca, le interminabili bronchitelle, ma anche gli occhi rossi, i mal di testa, la svogliatezza. E l’inquinamento in ambiente scolastico è ancora più pericoloso per quegli alunni che già soffrono di qualche allergia o forma d’asma. Fra i più giovani queste malattie sono in continuo aumento, ed essendo la prima causa di assenze scolastiche, impediscono a chi ne soffre un regolare percorso di apprendimento. Avere aule più “sane” non aiuta solo gli alunni più vulnerabili: un ambiente migliore è un vantaggio per tutti. Recenti studi hanno evidenziato il rapporto tra qualità dell’aria all’interno delle aule e rendimento scolastico. In alcuni casi è bastato sperimentare una maggiore ventilazione nelle classi per avere un pressoché immediato miglioramento dei voti in pagella: segno che respirare meglio aiuta gli studenti a studiare di più, oltre che ad ammalarsi di meno. Una relazione causa-effetto che molti genitori hanno capito al volo prima ancora di studiosi. Non a caso la class action (ossia azione legale collettiva) italiana è stata avviata proprio contro il Miur, colpevole di aver provocato il sovraffollamento delle aule, con la sua decisione di accorpare le classi per ridurre il numero di insegnanti. Perché le leggi per avere una scuola “sana” ci sono, ma vengono spesso ignorate.
Ecco alcuni passi tratti dalle linee-guida scaturite da un accordo tra Governo ed enti locali per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie e asma (Gazzetta Ufficiale numero 9 del 13 gennaio 2011) per documentare ancora una volta, casomai ce ne fosse bisogno, la “distanza siderale” tra teoria delle enunciazioni e pratica di tutti i giorni. Ma soprattutto per fornire uno strumento in più a quanti, genitori, insegnati, alunni, giustamente pretendono di vivere e insegnare in ambienti sani.
Misure generali per le operazioni di pulizia e igiene degli ambienti scolastici (aule, sale comuni, corridoi, spogliatoi, bagni, mense, ripostigli, ecc.)
- Effettuare le operazioni di pulizia in assenza dei bambini e almeno qualche ora prima della loro entrata in classe.
- Aerare bene i locali durante e dopo le operazioni di pulizia.
- Spolverare e pulire sistematicamente gli oggetti e l’arredamento nelle aule (banchi, sedie, cattedre, lavagne).
- Provvedere affinché i telai delle finestre, i cornicioni, i davanzali non siano imbrattati da guano di volatili e altro materiale contaminato proveniente dall’esterno.
- Programmare interventi di sanificazione in caso si ravvisi la presenza di topi, scarafaggi, formiche, mosche, ragni e altri parassiti infestanti.
- Tutto il materiale e gli attrezzi usati per le operazioni di pulizia devono essere regolarmente puliti dopo l’uso e conservati asciutti in appositi locali chiusi.
- Non utilizzare deodoranti o profumi per l’ambiente.
- Non lasciare sacchi di spazzatura all’interno delle classi, nei corridoi o nei bagni.
- Precauzioni generali per l’uso dei prodotti di pulizia.
- Scegliere metodi e prodotti per le pulizie efficaci e sicuri, privi di effetti nocivi per l’ambiente o le persone, considerando anche la possibile presenza nella scuola di persone allergiche.
- In generale, tutti i prodotti utilizzati per le pulizie non devono emettere odori forti. Preferire prodotti senza solventi e profumi aggiunti o almeno scegliere quelli che riportano sull’etichetta la più bassa concentrazione di tali sostanze.
- Evitare di utilizzare dosi eccessive di prodotto o l’uso contemporaneo di più prodotti.
- Leggere attentamente le etichette contenenti le informazioni circa i rischi per la salute e le precauzioni da adottare in caso di uso improprio del prodotto.
- Conservare i prodotti (solo quelli necessari), in apposite aree ben ventilate, chiuse e lontano dalla portata dei bambini.
Raccomandazioni
- E’ opportuno stilare regolamenti chiari sulle operazioni di pulizia e di manutenzione degli ambienti scolastici, compresi gli spazi esterni, da effettuare ogni giorno o ad intervalli periodici (ogni settimana, ogni mese, ecc.) e prevedere un programma di verifica periodica delle operazioni, documentando, ad esempio, sistematicamente su un apposito registro le operazioni ed i controlli effettuati; l’insieme delle misure riferite alla pulizia dovrebbe essere utilizzato dalle amministrazioni per la definizione dei capitolati che regolamentano i contratti per le pulizie nelle scuole e per l’acquisto dei materiali.
- E’ opportuno promuovere l’adeguata formazione del personale coinvolto nelle operazioni di pulizia, per istruirlo sui metodi idonei di pulizia e igiene ambientale e sull’utilizzo appropriato di detergenti e disinfettanti e sulle misure di prevenzione e protezione individuale.
Criteri per la progettazione di edifici scolastici nuovi e per il risanamento e manutenzione di edifici esistenti Criteri generali.
La salubrità dell’aria di un edificio scolastico dipende da vari fattori, alcuni dei quali devono essere considerati già in fase di progettazione. La configurazione e l’articolazione interna dell’edificio scolastico influiscono in maniera determinante sulla qualità dell’aria interna. Un presupposto importante è l’ottimizzazione del sistema edificio/ambiente in relazione all’orografia, all’esposizione e irraggiamento solare, alle caratteristiche geologiche, climatiche ed atmosferiche dell’area di insediamento. In fase di progettazione occorre prestare attenzione alla scelta delle caratteristiche costruttive, dei materiali edilizi, di finitura e di arredo, comprese le scelte tecniche volte a facilitare le operazioni di pulizia e manutenzione.
Materiali da costruzione o rifinitura non idonei possono peggiorare la qualità dell’aria indoor, secondo tre modalità: rilasciando direttamente le sostanze inquinanti, assorbendo e successivamente rilasciando sostanze inquinanti, e/o favorendo l’accumulo di sporcizia e la crescita di microrganismi.
In particolare è importante da parte dei progettisti:
- Realizzare adeguati volumi delle aule scolastiche e aperture che consentano una buona aerazione naturale.
- Scegliere materiali con bassa emissività di sostanze inquinanti.
- Limitare l’utilizzo di prodotti di finitura che possono emettere, trattenere o rilasciare polvere o altri inquinanti, es. imbottiti, moquette; evitare di realizzare superfici estese, tappezzate con materiali adsorbenti e porosi (es. tessili).
- Assicurarsi che i materiali siano stabili e durevoli per le condizioni d’uso prevalenti; in quanto la presenza di polveri e fibre nell’aria interna è normalmente legata anche al grado di usura dei prodotti (es. pavimentazioni, tappezzerie, intonaci, ecc.).
- Scegliere materiali e arredi facilmente pulibili, che non richiedono l’uso di prodotti (es. lucidanti, sgrassanti, lacche, ecc.) aggressivi ed inquinanti per la loro pulizia e manutenzione; utilizzare al posto delle lavagne tradizionali che prevedono l’uso del gesso, lavagne metalliche o plastificate con pennarelli atossici.
Per quanto riguarda gli edifici esistenti, e importante che si presentino in buono stato di conservazione: la struttura muraria deve essere integra in ogni sua parte (interni, serramenti, pavimenti etc); le pareti, i soffitti ed i pavimenti non devono presentare zone umide, bagnate o presenza di muffe e/o aloni, indici di penetrazioni d’acqua; i soffitti e le pareti devono essere opportunamente tinteggiati e risultare privi di scrostamenti.
E’ raccomandabile effettuare qualsiasi intervento di manutenzione e di ristrutturazione dell’edificio solo nei periodi di lunga vacanza scolastica, principalmente durante il periodo estivo. L’inquinamento da materiali costruttivi si verifica soprattutto durante gli interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria degli edifici, con elevate emissioni di VOC da vernici e adesivi e rilascio di particolato nelle fasi di demolizione e rimozione.
Indicazioni operative
- Aggiornare e migliorare la normativa vigente in materia di edilizia scolastica, anche in relazione al rischio radon, ed emanare norme tecniche per la definizione di criteri per la progettazione e costruzione dei nuovi edifici scolastici affinché risultino compatibili con la salute degli “occupanti”e tengano conto delle particolari esigenze dei bambini allergici.
- Vietare la costruzione di edifici scolastici in prossimità di autorimesse e strade ad intenso traffico o altre fonti di inquinamento rilevante.
- Definire criteri e protocolli per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici e di sostituzione dei materiali usurati.
Manutenzione e gestione degli impianti
- I sistemi di ventilazione o di aria condizionata ed i generatori di calore devono essere sottoposti a regolare pulizia e manutenzione tecnica, onde assicurare negli ambienti condizioni igieniche adeguate e compatibili con una qualità dell’aria interna “accettabile”. L’Accordo Stato Regioni del 5 ottobre 2006, fornisce le «Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione»( SO. n. 207 alla G.U. 256 del 3.11.2006) con le indicazioni sulla scelta del tipo di intervento da effettuare e la relativa frequenza, sulla formazione del personale e sui requisiti igienici da osservare.
Progettazione e manutenzione del verde scolastico
Nella progettazione e manutenzione dei giardini e, in generale, di tutti gli spazi afferenti alla comunità scolastica, si dovrebbe sempre tener conto dell’eventuale presenza nella scuola di bambini allergici.
A tal fine è necessario:
- Pianificare interventi adeguati per falciare l’erba, pulire e potare il giardino. Gli spazi esterni alla scuola dovrebbero essere sempre sgombri da materiali in deposito, liberi da vegetazione spontanea pericolosa.
- Effettuare, preferibilmente le operazioni di pulizia e manutenzione degli spazi esterni in assenza dei bambini. Tale precauzione diviene indispensabile se nella scuola è segnalata la presenza di bambini allergici (conoscenza delle scuole a rischio)
- Mettere a dimora nei giardini scolastici piante a basso tasso allergenico.
- Eliminare periodicamente piante erbacee fortemente allergizzanti(come ad esempio la paretaria, ambrosia, graminacee, urticacee, composite, ecc.) ed arboree (oleacee, betullacee, ecc.) e verificare l’eventuale presenza della Thaumetopoea pityocampa (processionaria), con l’immediata segnalazione alle autorità competenti, in caso se ne riscontrasse la presenza, come previsto dal DM. del 17-04-1998.
- Verificare periodicamente la presenza di nidi di vespe, api, calabroni o altri imenotteri nei luoghi dove giocano o transitano più frequentemente i bambini e provvedere ad eventuali bonifiche immediatamente.
- In ogni caso è consigliabile che nei giorni di maggiore fioritura delle piante allergeniche, generalmente in primavera, vengano limitate le attività sportive o ricreative all’aperto dei soggetti allergici, specialmente nelle ore in cui le concentrazioni di pollini risultano maggiori (ore 10.00-16.00).
Informazione/formazione per personale scolastico, studenti e famiglie
- La scuola dovrebbe includere tra gli obiettivi della propria offerta formativa anche quello di diffondere la conoscenza dei principali determinanti di salute e della prevenzione dei principali fattori di rischio, soprattutto attraverso la promozione di abitudini e stili di vita sani. A tal fine nei programmi didattici dovrebbero essere previste alcune ore dedicate all’informazione e all’educazione sanitaria sulle principali problematiche riguardanti i temi dell’ambiente e della salute (il fumo attivo e passivo, l’inquinamento dell’aria, i rischi alimentari, ecc.) e sulle principali strategie di prevenzione sanitaria e ambientale.
- Il personale della scuola (studenti, insegnati, personale delle cucine e delle mense, ecc.) dovrebbe essere adeguatamente informato e formato sui principali rischi per la salute correlati ad una cattiva qualità dell’ambiente scolastico; particolare attenzione dovrebbe essere dedicata alle malattie correlate all’ambiente che interessano l’infanzia: malattie respiratorie, allergie, asma, obesità, disturbi alimentari, ecc.
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