IL DIARIO DEI SOGNI

19.05.2014 00:00

Recenti studi scientifici ipotizzano che la memoria, il sogno e la fase di sonno REM siano presenti già nel periodo prenatale. Inoltre, alcune ricerche dimostrano che le sensazioni possono essere ricordate in forma primitiva e che i sensi sono attivi già da prima del completo sviluppo anatomico. Si ritiene peraltro che la vita intellettiva inizi tra la ventottesima e la trentaduesima settimana di gestazione, ma che l’ormone collegato alla memoria sia in funzione già dal quarantanovesimo giorno dal concepimento e che le primissime cellule del sistema nervoso centrale compaiono il ventiduesimo giorno. A sei settimane, l’orecchio interno inizia a svilupparsi e a otto settimane, quello esterno è già formato. Detto questo, alcuni scienziati ritengono che il feto disponga già degli strumenti adatti per registrare le prime esperienze intrauterine e che i ricordi del periodo embrionale possano in seguito ritornare alla memoria.

Ricordare i sogni precoci, anche quelli lontanissimi, aiuta a colmare i vuoti che costellano ogni esistenza. L’uomo, peraltro, sogna circa novanta minuti per notte per un totale di cinque anni nel corso della vita media e i sogni sono una peculiarità di tutti i grandi mammiferi. Per quanto fugaci, spesso sono una finestra aperta sull’infanzia, sul presente, sul futuro o persino su altri mondi. Se davvero desideriamo riappropriarci una sapienza dimenticata, recuperando i ricordi sepolti ci sarà possibile ritrovare ciò che è andato perduto.

I sogni spesso ci vengono in aiuto colmando l’abisso tra quello che ci viene detto di essere e ciò che invece possiamo essere.

Probabilmente ricordare a sprazzi gli eventi del passato ha una funzione protettiva: se tutto ci tornasse in mente all’improvviso, non riusciremmo a sopportarlo.

Riconquistare l’antica sapienza richiede tempo e pazienza da parte nostra e sognare può favorire il processo. Puro stato di consapevolezza, il sogno rappresenta un filo diretto con un luogo in cui abbonda l’oro degli alchimisti e tutto ha un significato. Qui coordinate spazio-temporali a cui siamo abituati non hanno più senso e tutto diventa possibile. I sogni sono la guida che cerchiamo per riuscire a vivere meglio: come tele intonse, in essi il medianico e l’inconscio possono esprimersi liberamente. A noi non resta  che ascoltare.

Persino gli incubi più spaventosi , quelli che ci fanno svegliare in un bagno di sudore con il cuore che batte all’impazzata hanno un significato intrinseco, una funzione rivelatoria che ci consente di mettere a fuoco punti della psiche che meritano attenzione. Di grande impatto emotivo, rispecchiano le paure peggiori e hanno anche una funzione catartica: una volta individuati i demoni che si assediano, siamo in grado di liberarcene.

Benché non tutti i sogni abbiano un risvolto psichico, credo comunque che siano sempre molto personali e ci diano i consigli di cui abbiamo bisogno. Nei suoi taccuini, Leonardo da Vinci scriveva “Perché l’occhio vede più distintamente in sogno di quanto faccia l’immaginazione da svegli?”. La risposta forse sta nel fatto che i sogni si manifestano tramite un “medium” di perfetta trasparenza, non inquinato dai processi critici razionali. E' attraverso questa corsia privilegiata che il paranormale ci invia messaggi altrimenti non percepibili.

Tutti i sogni sono caratterizzati da una struttura che non lascia nulla al caso e in cui ogni dettaglio, anche il più bizzarro, ha un suo significato preciso. E’ possibile intuire molti più aspetti del carattere di una persona tramite un unico sogno che un’ora di chiacchiere.

I sogni si possono dividere in due grandi categorie: psicologica e psichica. Quasi tutti rientrano nella prima, hanno, per così dire, lo scopo di rivelare e vagliare le emozioni indistinte. I sogni psichici sono meno frequenti e si distinguono in vari tipi. Molti non riguardano quasi mai noi o la nostra vita e, se lo fanno, rivelano esclusivamente i conflitti interiori. Sono caratterizzati da un che di concreto e neutrale e inviano un messaggio di una chiarezza adamantina. Fare un sogno simile è un po’ come assistere, da spettatore, a un film o a una pièce teatrale.

Altri si offrono come guida consentendoci, magari , di osservare dall’esterno un evento  che ci svela un’informazione utile, di ascoltare una persona o una voce che ci dà dei consigli o ancora ci presenta la soluzione di un  problema che ci assilla da tempo. Al risveglio, spesso non ricordiamo granché, ma notiamo in noi una determinazione ad agire e una chiarezza d’intenti che prima mancava. Ci sono poi i sogni premonitori, che prevedono eventi futuri che non sempre ci riguardano. Di solito si tratta di avvenimenti a noi estranei che osserviamo con distacco, quasi seguendo gli ordini di una forma esterna. In ultimo parliamo dei sogni psichici intesi alla guarigione fisica di un male (quella del lato emozionale è, peraltro, la componente fissa di qualsiasi sogno).

Tuttavia con questa distinzione non facciamo altro che tentare di determinare la geografia di un territorio vago, mutevole, con caratteristiche sempre nuove. In realtà i diversi tipi di sogno si sovrappongono e i loro confini si intersecano. E’ un ambito che richiede continua analisi e ricerca. L’unica certezza sta nella veridicità dei messaggi contenuti a cui possiamo senz’altro credere.

Il diario dei sogni

Ciò che davvero conta è riuscire a ricordare i sogni. Per questo motivo trascrivere i dettagli sul diario è decisamente utile. Quante volte nel dormiveglia avete ripetuto a voi stessi che non avreste mai potuto scordare il sogno straordinario che avevate appena fatto e poi, la mattina dopo, nulla, tutto sparito. I sogni sono per  natura effimeri. Con il diario, possiamo dare una forma concreta all’intangibile.  Annotando i sogni ci trasformiamo in sacri scribi e traduttori, come dice Thomas Moore in Care of the Soul: “Questi quaderni sono il nostro vangelo e i nostri sutra, libri sacri privati”. Il diario dei sogni è un modo di rendere onore alla vita interiore e di non perdere le tracce della nostra personale odissea.

Quando dormiamo, ci liberiamo della zavorra del corpo e siamo liberi di esplorare mondi diversi. Quando ciò avviene, ci sentiamo particolarmente indifesi e quindi cerchiamo di creare tutto intorno un ambiente quieto e sicuro. Risvegliarsi bruscamente nel bel mezzo di un sogno crea un senso di smarrimento, come essere trascinati via mentre si sta chiacchierando con qualcuno.

Con l’aiuto del diario, non solo possiamo renderci conto dei nostri squilibri inconsci, ma anche iniziare a riconoscere e seguire le indicazione fornite dai sogni psichici. Nel diario trova posta l’aiuto medianico che richiediamo per poter vivere meglio cosicché le informazioni che riceviamo non vadano perse, equivocate o dimenticate. Ci serve per ricordare i sogni terapeutici e anche quelli premonitori: trascrivendoli non li dimentichiamo e possiamo verificare se ciò che abbiamo sognato si trasforma davvero in realtà.

Una volta annotati sul diario, diventa più facile distinguere i sogni psichici dagli altri, benché spesso capiti che per averne conferma ci vogliono settimane, mesi o anni.

Il diario è l’archivio ideale dei sogni psichici, soprattutto di quelli che ci sembrano tali, ma che non trovando conferma in un breve lasso di tempo, tendiamo a dimenticare. Trascrivendoli, diventa più facile recuperarli per confrontarli con ciò che ci sta accadendo. In questo modo il diario diventa un ulteriore conferma delle doti psichiche.

Se l’idea del diario vi interessa, per prima cosa andate in cartoleria e scegliete quello che più vi ispira. Mettetelo quindi sul comodino di fianco al letto con una penna a portata di mano per annotare i sogni il mattino appena svegli. Munitevi anche di una penna con luce incorporata o di registratore portatile in caso vi svegliaste nel cuore della notte. Ricordate che questo diario è personalissimo e nessun altro dovrebbe averne accesso: dovete sentirvi liberi di scrivere anche i dettagli più scabrosi, più imbarazzanti, delicati e rivelatori e sarebbe inutile censurarli perché si teme di poter offendere o magari ferire qualcuno che vi sta a cuore. Godetevi inoltre il tempo che impiegate per far luce sui vostri sogni: questi pochi momenti del mattino, sospesi tra il sogno e la veglia, sono sacri. Fate in modo di non essere disturbati poiché in questo stato di grazia siete in comunicazione diretta con il mondo del visibile e quello dell’invisibile.

Ricordare i sogni è come portare alla luce qualcosa di sotterraneo e ridargli vita. Quando i sogni e la realtà quotidiana si fondono, si verifica una comunione di esperienza che pare abbattere tutte le barriere. Quando questo accade, è come se potessimo parlare una nuova lingua. Percepiamo un benessere, un senso di unità con la sensitività che finalmente può diventare parte integrante del nostro essere.

 

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